The Sum of Us rifiuta il moralismo accusatorio a favore di un razionalismo lucido per svelare i costi finanziari e sociali del razzismo negli Stati Uniti.

Immagina un'America in cui le industrie più grandi sono regolamentate, il lavoro è sindacalizzato, i cittadini sono ben pagati e i ricchi sono adeguatamente tassati.

Sembrerebbe il sogno di un progressista, giusto? Dalla metà degli anni '30 alla metà degli anni '60, questa era la realtà dell'America.

Come ha fatto gli Stati Uniti, uno dei paesi più ricchi del mondo, a diventare così crudele nei confronti dei propri cittadini?

La ricercatrice economica e ex presidente di Demos, un think tank liberale, Heather McGhee ha una risposta che molti non gradiranno, ma la sua ricerca meticolosa rende difficile contestare.

In The Sum of Us, McGhee utilizza un giornalismo basato sui dati per esaminare i costi del razzismo. Letteralmente. L'ideologia zero-sum che sottostà al razzismo non è inevitabile.

Scoprire il mito della strategia divide-et-impera che affligge la politica americana fin dalla sua origine può aiutare gli americani a capire cosa si perde continuando ad approvarla, e quanto c'è da guadagnare superandola.